#4D6D88_Small Cover_Diario DRA marzo-aprile 2024

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Rivalutazione necessaria: profilassi antibiotica nelle procedure odontoiatriche post-artroplastica totale dell'articolazione

La pratica di lunga data di prescrivere la profilassi antibiotica prima delle procedure odontoiatriche in pazienti con protesi articolari deve essere esaminata alla luce delle recenti scoperte. Inizialmente radicato nelle linee guida per prevenire l’endocardite infettiva, l’uso della profilassi antibiotica si è espanso fino a comprendere varie popolazioni di pazienti, in particolare quelli sottoposti ad artroplastica totale (TJA). La dipendenza storica da questa misura preventiva è ora messa in discussione da un numero crescente di prove.

Raccomandazioni e modelli pratici contrastanti

Nonostante la precedenza storica, le raccomandazioni riguardanti la profilassi antibiotica prima delle procedure odontoiatriche invasive sono state incoerenti. Sia l’American Dental Association (ADA) che l’American Association of Orthopaedic Surgeons hanno pubblicato molteplici linee guida, spesso contrastanti, negli ultimi 30 anni. Gli attuali modelli di pratica rivelano una divisione, con oltre il 90% dei chirurghi ortopedici che sostengono la profilassi antibiotica, creando un dilemma per i pazienti che ricevono consigli contrastanti dai loro chirurghi ortopedici e dentisti.

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Studi recenti, tra cui uno studio caso-controllo del 2017 a Taiwan e uno studio caso-crossover del 2022 nel Regno Unito, mettono in discussione l’associazione tra procedure dentali invasive e infezione articolare periprotesica (PJI). Questi studi, progettati con maggiore potere statistico, mettono in discussione la necessità di una profilassi antibiotica di routine. L’accento si sposta sul miglioramento dell’igiene orale, soprattutto nei soggetti con scarsa salute orale e protesi articolari, come misura preventiva più efficace.


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I rischi superano i benefici

Le preoccupazioni sulla resistenza agli antibiotici e sugli eventi avversi associati all’uso profilattico degli antibiotici aggiungono peso all’argomentazione contro la profilassi antibiotica di routine. Il rischio di infezioni da C. difficile acquisite in comunità, in particolare negli individui di età superiore ai 65 anni, solleva allarmi. Recenti indagini evidenziano reazioni avverse e decessi associati a specifici antibiotici, spingendo a riconsiderare le scelte profilattiche.

Diversi paesi, tra cui Australia, Brasile, Canada, Danimarca, Francia, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo e Regno Unito, hanno già abbandonato la pratica di raccomandare la profilassi antibiotica per le procedure dentali invasive nei pazienti con protesi articolari. Le loro esperienze non indicano alcun aumento nell'incidenza della PJI tardiva. Le prove provenienti da questi paesi, insieme alle preoccupazioni sulla resistenza agli antibiotici, richiedono un cambiamento di paradigma nell’approccio alla profilassi antibiotica per i pazienti con protesi articolari sottoposti a procedure dentali invasive.

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Ripensare la profilassi antibiotica

Le prove accumulate e le pratiche globali suggeriscono la necessità di una rivalutazione dell’attuale approccio alla profilassi antibiotica nei pazienti con protesi articolari sottoposti a procedure odontoiatriche. L’appello a cessare la profilassi antibiotica di routine è in linea con gli sforzi di riduzione del danno e dà priorità alla sicurezza del paziente. 

Man mano che la conversazione prosegue, le comunità odontoiatriche e ortopediche affrontano la sfida di riconciliare le pratiche storiche con le prove emergenti, il tutto nel perseguimento di risultati migliori per i pazienti.

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